Venezia è laguna (6)

Alle spalle del fotografo, c’era una bellissima luna, ma lo “spettacolo”, ieri sera, 5 novembre 2019, stava ahimè altrove. Un’immagine di Venezia che può affascinare e inquietare, al contempo. Che può alimentare fantasie contrapposte, ma che invece ha un’unica spiegazione. Quell’arancione così forte, così diffuso, è l’ennesimo incidente “innocuo” in uno degli impianti della Versalis di Porto Marghera. Ciò che accade in questi casi – capita sempre più spesso ultimamente – l’ho raccontato in Venezia è laguna (lo leggerete fra poche righe) e lo ha raccontato ancora meglio Gianfranco Bettin nel suo bel romanzo Cracking. Venezia e Marghera e Mestre subiscono in silenzio questo schifo, con la tipica rassegnazione brontolona che contraddistingue noi italiani. A volte ho davvero l’impressione che la parola indignazione non sia mai entrata nel nostro dizionario. L’indignazione e le sue inevitabili e necessarie conseguenze. Noi, al massimo, brontoliamo, tutt’al più facciamo una bella e spettacolare manifestazione all’anno (vedi No Grandi Navi) e poi tutto rimane com’è. Forse è questo il vero motivo per cui lo chiamiamo il Bel Paese: laddove ognuno può fare quel che gli pare sulla pelle degli altri che, al massimo, brontoleranno.

Dal libro Venezia è laguna.

Mezza città, quella che vedeva solo il fumo e il bagliore del fuoco, ha creduto si trattasse di un incendio, e come fa ogni veneziano in questi casi, ha pensato subito alla sera del 29 gennaio 1996, quando il teatro La Fenice fu distrutto dal fuoco. Questa volta, invece, si trattava delle due torce del cracking dell’impianto Versalis, che stavano bruciando tonnellate di sostanze tossiche: etilene e propilene, e l’ineffabile sito del Comune di Venezia che scriveva che tutto andava bene, che l’aria era a posto, eucalipto e mentolo, come gli scarichi delle grandi navi. Fiamme visibili a chilometri di distanza e che ogni volta fanno temere il peggio. Ammesso non lo sia, in effetti, il peggio. Un incidente al mese, alla Versalis di Porto Marghera, nella prima metà del 2019. In aprile il blocco del compressore, in maggio il riavvio degli impianti, in giugno e in luglio un guasto alla pompa.