Il nuovo presidente degli Stati Uniti
Credo non ci sia nulla da dire quando si passa da uno come Barack Obama a uno come Donald Trump.
Quello che c’è da dire è lo sconcerto nel sentire una buona ventina di giornalisti e opinionisti italiani, su Sky e La 7, durante la notte, fare finta di nulla e accodarsi immediatamente al carretto del vincitore. Potrei fare nomi e cognomi di chi, da un anno – e sensatamente – ha detto tutto il peggio possibile su Donald Trump (e cos’altro avrebbero potuto dire?) e, nel corso della nottata, hanno cambiato vestito, spogliandosi in diretta della propria deontologia. È stato prima stupefacente e poi, via via che arrivavano i risultati, sempre più squallido sentire il mutamento dei toni, la normalizzazione del candidato impresentabile, dell’uomo ignorante e gradasso (mi ricorda un’altra figura istituzionale a noi veneziani molto vicina…), del miliardario misogino e razzista. Piano piano, legittimato (e chissà perché poi) dal voto popolare, Donald Trump diventa uno statista, un gentiluomo, uno che poi, dài, tutto sommato, ma sì insomma, dài, rappresenta il nuovo (nuovo!). E poi: lui sì che ha capito davvero il cuore degli Stati Uniti (e infatti è proprio questo il cuore degli Stati Uniti: lo squallore). E poi il continuo ribadire che siamo davanti a una serata di portata storica. Ma tacete, per cortesia: la vera Storia fu scritta nel novembre del 2008, quando venne eletto per la prima volta un afroamericano alla Casa Bianca, e non una star dei reality show). Dei lacché, insomma. Critici e opinionisti, che dovrebbero non solo essere coerenti alla propria onestà intellettuale, ma che dovrebbero domandarsi sul serio il perché di una sciagura che non sarà soltanto politica, ma soprattutto etica e morale. Uno schifo, insomma, che aumenta mano a mano che il distacco fra i due candidati si allarga, e i commenti si trasformano addirittura in indignazione perché poveretto, Trump, lo hanno preso in giro per un anno, gliene hanno dette di tutti i colori e adesso finalmente ha la sua rivincita. E allora, chiosano, vedrai che adesso cambia, adesso che è presidente diventerà ragionevole e saggio. Come se non bastasse la biografia di un settantenne razzista, evasore fiscale, bancarottiere, star della tv trash. E si arriva all’apoteosi finale, dove il colpevole di lesa maestà diventa allora Barack Obama, che ha (giustamente, sottolineo io) detto tutto il peggio possibile di un uomo come Donald Trump. Che tristezza. Ma forse hanno proprio ragione questi soloni dei media italiani. Sì, è davvero una giornata storica, perché il mondo oggi fa milioni di passi indietro, passi indietro politici, sociali, civili, etici, morali, e ci dà una conferma drammatica: l’appeal dell’imprenditore straricco e ignorante e arrogante sembra sedurre ovunque, sembra essere imbattibile ovunque. Auguri mondo.