Plac G org s P r c

Uno di primi pellegrinaggi – sempre, ogni volta che vengo qui – è al Café de la Mairie, in Place Saint-Sulpice. Non per via della chiesa, né della piazza, o per via di questo bar, ma perché, seduto a uno di questi tavolini (magari proprio a questo), lo scrittore Georges Perec, nel corso di tre mattine dell’ottobre 1974, scrisse il libro Tentative d’épuisement d’un lieu parisien. Un libro strano, per alcuni incomprensibile, per me meraviglioso: Perec elenca semplicemente quel che vede. Non farò la stessa cosa, tranquilli. Ma sono qui da un paio d’ore, a lavorare, e quel che mi sorprende sono gli autobus che hanno ancora i numeri che avevano nel libro di Perec, il 63, il 70, e il 96. C’è una cosa che li contraddistingue in maniera eclatante, questo pomeriggio.

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Tre su quattro hanno sulla fiancata la pubblicità del nuovo romanzo di Guillaume Musso, Demain. Nome dell’autore in rosso sparato e copertina che mi pare abbia il profilo di un villaggio arabo, in rosso più soffice. Mi sembra, almeno. Musso è il Fabio Volo francese. Forse un po’ meno peggio di Fabio Volo. Chissà cosa avrebbe scritto Georges Perec, se nel 1974 ci fosse stata una pubblicità simile sulla fiancata degli autobus che gli scorrevano davanti. L’avessero avuta, poi, la pubblicità, a quell’epoca. Coerente al suo progetto li avrebbe solo nominati, autore e libro, senza commento. Registrati come puro paesaggio. E per ridare a mia volta coerenza al mio sguardo, ogni quattro o cinque passaggi di Demain, mi volto verso la targa appesa all’angolo del bar, Place Georges Perec scritta però senza la lettera E, in omaggio a La Disparition, il romanzo che scrisse omettendo ogni parola che avesse la lettera E. Poi, continuo a leggere il nuovo romanzo di Patrick Deville, che uscirà alla rentrée littéraire (della rentrée ho già scritto qui un paio di anni fa) a fine agosto: Viva, è il titolo. Si racconta di Trotsky, Lowry, Frida Khalo, Tina Modotti. Me lo ha dato ieri, Patrick e – come scrissi allora – fa un certo effetto andarsene in giro a leggere un romanzo che uscirà fra quasi tre mesi. E dalle prime pagine, pare davvero un bellissimo romanzo.
Anche Jean-Philippe Toussaint, nel suo romanzo Nue, ha parlato di questo café e della piazza. Allora me la rileggo – e ve la rileggo – qui, quella pagina.

“La place Saint-Sulpice était déserte, la façade de l’église silencieuse, drapée dans les majestueuses bâches grises qui recouvraient ses immémoriaux échafaudages. Il régnait une ambiance automnale ce soir sur la ville, les branches dénudées des platanes se tordaient sous les rafales de vent, quelques feuilles mortes s’éloignaient mollement sur la chaussée, tandis que d’autres, tordues, aplaties, jonchaient le sol de la place entre les bancs vides. Le café où nous avions rendez-vous était pratiquement le seul bâtiment éclairé de la place. On apercevait ses lumières dorées à travers les vitres de la terrasse couverte, qui avait des allures de passerelle de navire échoué dans la nuit”.
Jean-Philippe Toussaint, Nue, Les Éditions de Minuit