Gli indignados dello spritz
Questo mio articolo è uscito sabato 23 luglio 2011 sul Corriere del Veneto.
In Spagna le piazze di molte città sono da mesi occupate da centinaia di migliaia di giovani. Il luogo simbolo è la Puerta del Sol, a Madrid. Lì, il 15 maggio 2011 è nato il movimento dei Los Indignados. Da quel giorno, i ragazzi delle piazze – studenti, precari, disoccupati – sono diventati protagonisti della vita politica spagnola. Un ruolo che hanno semplicemente deciso di prendersi, senza forzature, se non quella, minima, di occupare del suolo pubblico. È vero che, se succedesse da noi, i ragazzi italiani sarebbero probabilmente subito dipinti come dei black bloc, sarebbero immediatamente bollati dai media – soprattutto televisivi – come dei delinquenti, perché è così che va, oggi, nel nostro paese. Ma non è soltanto per questo che da noi, di giovani Indignados che occupino le piazze non c’è nemmeno l’ombra. O meglio, sì, ci sono, e sono in effetti migliaia, pure loro, ma le occupano per motivi certamente meno nobili. Sono le piazze degli spritz, altro che indignados. La ricerca fatta dal Comune di Padova nelle settimane scorse, mette i brividi: più della metà degli “occupanti” è regolarmente ubriaca, quando si trova in piazza. Il consumo di alcol è enorme. E la ricerca è stata fatta in un mercoledì sera qualunque, non il sabato. I partecipanti allo sballo, sono l’equivalente dei coetanei spagnoli: studenti, precari, disoccupati. Ma il loro ruolo è del tutto rovesciato. Mentre lì la sfida di una generazione intera ha come obiettivo di mandare a casa una classe politica incapace e corrotta, qui, nelle piazze padovane e di molte altre città italiane, una generazione intera si appiattisce al potere (vecchio, incapace, corrotto) obnubilando nell’alcol i propri sensi. Le proprie capacità intellettuali. Niente di meglio, per la casta. Sia chiaro, nessuno accusa la generazione degli spritz. Le cause sono molteplici e in gran parte pesano sulle spalle dei più grandi, fratelli maggiori, genitori. Ma proprio per questo, proprio perché quasi abbandonati a loro stessi, sta solo e soltanto a loro invertire la rotta. Prendere in mano la propria vita e rivendicarla al mondo, riscattarla a quest’epoca e al loro futuro, e devono farlo al meglio, nel pieno delle facoltà critiche e intellettuali. Imparando proprio dai loro coetanei e omologhi spagnoli. Che come prima decisione – simbolica e pratica e vincente al contempo – il 15 maggio a Puerta del Sol hanno abolito gli alcolici, proprio per riscattarsi da quel luogo comune che li vedeva anche in Spagna indicati come la generazione alcolica. E – senza comunque essere diventati astemi – hanno scoperto quanto più interessante, divertente, importante e esaltante sia andare in piazza con il desiderio di cambiare il mondo, piuttosto che perderlo di vista, accettandolo supini così com’è, rimbambendosi di spritz.