Il Veneto xenofobo (non tutto però)
Questo mio articolo è uscito venerdì 1 luglio 2011 sul Corriere del Veneto.
Dovrebbe fare male, a tutti i veneti e non solo, leggere questa frase: “I napoletani affoghino pure nei loro rifiuti”. Dovrebbe fare male perché è una frase atroce, razzista, violenta, insensata. Dovrebbe fare male perché a pronunciarla è un parlamentare della Repubblica, oltre che il sindaco di una importante città veneta. Dovrebbe fare male perché noi veneti non siamo così. Né violenti, né razzisti, e il buon senso non ci è mai mancato. L’impressione è quella di aver compiuto, noi veneti, un errore imperdonabile: farci rappresentare da gente ben peggiore di noi. La speranza è che prima o poi ci si renda conto di questo sbaglio e si aggiusti il tiro. Perché la maggior parte del paese – è ormai evidente – non ne può più di amministratori non soltanto incapaci, ma che si esprimono con un linguaggio irricevibile. Nessuno fra i nostri genitori, fra i nostri parenti, fra i nostri insegnanti ci ha mai suggerito di esprimerci in tale modo. Al contrario. Siamo tutti stati educati al rispetto e alla solidarietà. O sbaglio? O è cambiato qualcosa nel sistema educativo famigliare e scolastico? Eppure abbiamo politici che non perdono occasione di mostrare la parte peggiore di se stessi. E quando dicono certe cose le dicono, malgrado tutto, a nome nostro. Un linguaggio frequente, ripetuto, che ci ha fatto abituare alle loro uscite, alle loro chiusure a prescindere. Il presidente della regione Veneto non fa che dire no. Davanti a ogni situazione o emergenza umanitaria, lui dice no, a nome di tutti. Chiude. Isola. Censura. È questo il Veneto che vogliamo? Non lo so. Non credo. Perché poi il Veneto è la faccia sincera e spontanea di quel dirigente dell’inceneritore di Fusina che, intervistato alla tv, mostra come si fa il suo mestiere e, alla domanda se l’inceneritore sia o no in grado di smaltire rifiuti provenienti da Napoli, lui risponde con decisione e naturalezza: “Sì, certo che potrebbe. Basterebbe solo un segnale dei politici”. Quella sua faccia e la sua risposta sincera sono la parte più bella di questo Veneto. Sono uno schiaffo alla strumentalizzazione demagogica e becera che ormai è l’unica cosa che la Lega riesce a dire. Aiutare Napoli oggi significa aiutare noi stessi. Significa non darla vinta alla criminalità organizzata, che non dev’essere sconfitta da un inceneritore di Fusina, certo, ma sarebbe un segno. Non foss’altro perché, è cosa nota ma non così diffusa, che i rifiuti industriali delle nostre aziende – milioni di tonnellate – finiscono nelle discariche abusive campane. Ma questo, i politici dal linguaggio violento e razzista, si guardano bene dal dirlo, ché questa cosa annienterebbe in un battibaleno i loro profondi concetti umani. C’è da scommetterci che adesso non perderanno occasione di dire: “Prenditela a casa tua, allora, la loro immondizia”. Ma sì, prendiamocela noi, un po’ a testa, tanto poi la smaltiranno, senza nemmeno accorgersene, negli inceneritori di Padova o di Venezia. E consentiremo ai napoletani, finalmente, di ripartire per il verso giusto, con la raccolta differenziata e incominciando, attraverso piccoli gesti di educazione civica, a invertire una rotta che sembra ineluttabile. Noi, intanto, potremmo incominciare a mandare al macero della grammatica il linguaggio becero di chi ci amministra. E vivremmo allora in un paese migliore.