Elezioni e repliche
Questo mio articolo è uscito mercoledì 30 dicembre 2009 sul Corriere del Veneto.
Certo, firmerei qualunque cosa venisse proposta da Andrea Zanzotto e da Marco Paolini. Il maggior poeta italiano e il più importante esponente del teatro civile insieme a Dario Fo. Sono il Veneto come lo vorrei, quei due. Un Veneto saggio e acuto, brillante e inventivo. E aperto, soprattutto. Dovrebbero essere due come loro, i veri punti di riferimento per tutti noi. Invece, da queste parti, altro che saggezza: trionfa il populismo xenofobo della Lega. Per questo, l’altro giorno, quando Zanzotto e Paolini hanno proposto Laura Puppato, sindaca di Montebelluna, come candidato presidente della regione per il centrosinistra, non ho battuto ciglio. Scelta indiscutibile, ho pensato. Poi, però, un dubbio mi è venuto. Laura Puppato è molto amata in città, ed è a metà del suo secondo mandato. Va detto, che le sue affermazioni, in un territorio che vede la Lega trionfare più o meno in tutti gli immediati dintorni, sono state favorite anche – e forse soprattutto – dalle divisioni interne al centrodestra che si è presentato frammentato alle urne. Poi però Laura Puppato ha dimostrato delle capacità e delle qualità davvero rare negli esponenti politici di oggi. Dev’essere per via del suo essere sì del Partito Democratico, ma al contempo del tutto indipendente e capace di scelte che altrove sarebbero discusse per mesi e mesi prima d’essere – immancabilmente – accantonate. Non a caso ha portato Montebelluna ai primi posti fra le città d’Italia per la raccolta differenziata. Eccolo perciò il dubbio: quando i tuoi concittadini ti eleggono sindaco, ti riconfermano addirittura, e l’apprezzamento aumenta quando, invece, altrove, per molti suoi colleghi, non fa che calare, non è forse un dovere non soltanto politico, ma anche morale, quello di portare a termine il mandato? Perché candidarsi a presidente della regione (dove, tutti lo sanno, non avrebbe fra l’altro alcuna possibilità di vittoria) e mollare Montebelluna nel bel mezzo di un progetto politico? Inoltre (sanno tutti anche questo), Laura Puppato, con il suo addio, lascerebbe quasi certamente Montebelluna in mano alla Lega, quando invece, con i due anni che restano, avrebbe modo di consolidare un lavoro eccellente e convincere chi l’ha votata a credere ancora in una giunta pur senza di lei, ma nel segno della continuità. Inoltre, se la Lega viene additata, giustamente, come la nuova casta veneta (vogliamo parlare di tutti i doppi incarichi, e doppi stipendi, di Bitonci, Zaccariotto, Forcolin?), non è certo piacevole continuare a far nascere il sospetto che, alla fine, sono tutti uguali, ed è la “carega”, l’unica cosa che conta. Infine, ciò che dispiace, è vedere che nel dibattito che si è aperto, nessuno ponga questo problema. Come se i cittadini di Montebelluna non contassero nulla, surclassati e zittiti da quel che avviene nelle stanze del potere.
Questa mattina, 2 gennaio 2010, il sindaco di Musile di Piave mi onora di una sua replica. Nel pieno dello stile leghista che – oltre a prendere in considerazione solo il fatto degli “schei” e non la questione morale – fa della cultura altrui un dileggio. Ma tant’è. Questi sono i tempi e questi sono i nostri politici.