Tutte le Venezia del mondo
Questo mio articolo è uscito il 18 novembre 2009 su il Venezia Epolis.
In viaggio verso una delle tante Venezia del Nord. In treno. Immaginatevi un treno italiano. Un regionale. Fatto? Ecco. Ora prendetene tutti i difetti che vi sono noti e cancellateli o, meglio, rovesciateli. Treno in orario. Climatizzazione perfetta, carrozze sonorizzate, quasi silenziose, e perciò il canto di due bambine dentro la carrozza è un suono soffuso, delicato. Il treno di un paese civile d’Europa insomma. Anche se l’Italia sembra non esserlo più, in Europa. Ogni guida ne annovera qualcuna di altre Venezia. In Provenza, Francia del sud, ce ne sono almeno tre. Noi ci siamo abituati. Qual è la città che non vorrebbe assomigliare a Venezia? Salvo poi, in questi giorni, essere derisi, qui in Belgio, per via di quello sciocco funerale che altrove è stato visto solo e giustamente per quel che è stato, una goliardata, una carnevalata fuori stagione. Ma del resto, è l’Italia, a far ridere prima e a preoccupare poi, quando ci vai, fuori dall’Italia. E Venezia, in questo caso è stata italianissima. La Venezia del nord, in questo caso è Bruges, la più Venezia di tutte, dicono, con i suoi canali, i ponti. Solo che ci ho messo un bel po’, prima di decidermi ad andarci. Ho sempre diffidato delle altre “Venezia”. Devi andarla a vedere, mi dicevano tutti, ogni volta che mi invitavano in Belgio per lavoro. Figurarsi cosa mi importava di una simil Venezia. Abito in quella autentica, io, pensavo, preso da un altrettanto sciocco senso di appartenenza. (A proposito, con la mia compagna siamo residenti in centro storico da qualche settimana, tanto per dirlo a quelli che ne hanno fatto il funerale, e a noi non pare proprio di vivere in un camposanto, anzi). Il treno, prima della Venezia del nord, ferma a Gent, che essendo spesso paragonata a Bruges, devo dedurne trattarsi di una specie di ulteriore Venezia, anche se un po’ meno. Il treno arriva in orario. Un’ora e quattro minuti da Bruxelles. In città, be’, nulla a che vedere con Venezia, pur essendo bellissima. E nel cuore di Bruges, la differenza più evidente è che non c’è nessun senso di bazaar diffuso come ormai è il cuore di Venezia. Senti subito che gli abitanti di Bruges, non hanno alcuna intenzione di venderla e basta, la propria città. Ma di offrirla allo sguardo altrui, come si dovrebbe sempre fare. Soprattutto a Venezia. Quella vera. La nostra.