Discorso di Obama in Ghana
[Traduzione di Irene Campari]
Buon pomeriggio a tutti. E’ un grande onore per me essere ad Accra, e parlare con i rappresentanti del popolo del Ghana. Sono profondamente grato per l’accoglienza che ho ricevuto, come lo sono Michelle, Malia e Sasha. Ghana è ricca di storia, i legami tra i nostri due paesi sono forti, e sono orgoglioso per questa mia prima visita nell’Africa sub-sahariana come Presidente degli Stati Uniti.
Parlo a voi dopo un lungo viaggio iniziato dalla Russia con un vertice tra due grandi potenze. Sono stato poi in Italia per il summit tra le principali potenze economiche del mondo. E ora sono qui, in Ghana, e il motivo è semplice: il XXI ° secolo sarà forgiato non solo da ciò che accade a Roma, Mosca o Washington, ma anche da ciò che accade ad Accra.
Questa è una semplice verità in un momento in cui i confini tra i popoli sono sconvolti dalle interconnessioni. La vostra prosperità può contribuire a quella dell’America. La vostra salute e sicurezza possono contribuire alla salute e sicurezza del mondo. E gli sforzi verso la democrazia possono far progredire i diritti umani dei popoli.
Io non vedo i paesi e i popoli d’Africa come separati dal resto del mondo; vedo piuttosto l’Africa come una parte fondamentale del nostro mondo interconnesso e come partner dell’America, in nome del futuro che vogliamo per i nostri bambini. Questo parternariato deve essere fondato sulla responsabilità reciproca, ed è di questo che voglio parlare con voi di oggi.
Dobbiamo cominciare dalla semplice premessa che il futuro dell’Africa è degli africani. Dico ciò ben conoscendo il tragico passato che ha ossessionato questa parte del mondo. Ho sangue africano nelle vene; la mia famiglia e la sua storia comprendono sia le tragedie che i più grandi successi della storia africana. Mio nonno era un cuoco degli Inglesi in Kenya; e mentre era un anziano rispettato nel suo villaggio, il suo datore di lavoro lo ha chiamato “ragazzo” per gran parte della sua vita. Egli ha vissuto ai margini delle lotte di liberazione in Kenya e nonostante questo fu acnhe imprigionato durante un periodo di repressione. Nella sua vita, il colonialismo non era solo la creazione di confini artificiali o protezionismi commerciali illegittimi, ma lo ha vissuto sulla sua pelle, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Mio padre è cresciuto tra le capre di un piccolo villaggio, una distanza impossibile dalle università americane, dove comunque sarebbe arrivato a ricevere un’istruzione. Egli è arrivato in un momento straordinario per l’Africa. Le lotte delle generazioni di suo padre stavano dando vita a nuove nazioni, a cominciare proprio qui dal Ghana. Gli africani erano stati educati ad affermarsi in un modo nuovo e così la storia era in evoluzione.
Ma nonostante i progressi fatti non vi è stato progresso degno di considerazione in molte parti dell’Africa. Gran parte di quella promessa non è ancora stata mantenuta. Paesi come il Kenya – quando io nacqui – avevano un reddito pro capite più alto di quello della Corea del Sud. Ma poi è stato superato. Malattie e conflitti hanno devastato parte del continente africano. In molti luoghi, la speranza della generazione di mio padre ha lasciato posto al cinismo e persino alla disperazione. Sarebbe facile puntare il dito su altri e addossare a questi la responsabilità. Certo, una mappa coloniale che aveva poco senso ha alimentato i conflitti, e l’Occidente ha spesso visto l’Africa come un padrone, piuttosto che un partner. Tuttavia, l’Occidente non è responsabile per la distruzione dell’economia dello Zimbabwe nel corso degli ultimi dieci anni, o per le guerre in cui i bambini vengono arruolati come soldati. Nella vita di mio padre, è stato in parte il tribalismo e il nepotismo presenti nell’indipendente Kenya che hanno fatto deviare il suo corso, e sappiamo che quel tipo di corruzione è un fatto quotidiano nella vita di troppe persone.
Sappiamo anche che tutta la storia non finisce qui. In Ghana, si mostra un volto d’Africa troppo spesso trascurato da un mondo che vede solo tragedie o il bisogno di carità. Il popolo del Ghana ha lavorato sodo per costruire una solida democrazia, con il passaggio pacifico di potere, pur se in seguito di elezioni piuttosto. Con una migliore governance e un’emergente società civile, l’economia del Ghana ha mostrato tassi di crescita impressionanti.
Questa progressione può non aver avuto parte nel dramma della decolonizzazione del 20° secolo, ma non ha commesso errori e per questo potrebbe risultare oltremodo più significativo. Se è importante emergere da un’altra nazione è altrettanto importante costruirne una propria e per conto proprio.
Credo che questo momento sia da questo punto di vista promettente per Ghana – e per l’Africa – com’è stato il momento in cui è vissuto mio padre: il tempo della promessa.
Abbiamo imparato che non saranno giganti quali Nkrumah e Kenyatta Africa che determineranno il futuro. Saranno invece gli uomini e le donne del Ghana, il Parlamento, e i cittadini che rappresenta. Soprattutto, saranno i giovani – pieni di talento, di energia e di speranza – che potranno aspirare ad avere un futuro, giovani che non sono mai stati così tanti dalla generazione di mio padre. Per realizzare quella promessa, dobbiamo innanzitutto riconoscere una verità fondamentale che ha permesso al Ghana di essere ciò che è: lo sviluppo dipende da una buona governance. Questo è ciò che è mancato in troppi luoghi, per troppo tempo e questo è il fattore di cambiamento che può sbloccare il potenziale africano. E questa responsabilità puà essere assunta solo da africani. Come per l’America e l’Occidente, il nostro impegno deve misurarsi non solo con i dollari che spendiamo ma con ciò che sapremo fare.
Ho promesso un un sostanziale aumento dei nostri fondi di assistenza, che è sia nell’intersse dell’Africa, che in quello dell’America. Ma il vero segno di successo non sta nell’aver accesso a fondi e potersela cavare ciascuno da sé, ma il trovare partners nella costruzione del cambiamento.
Questa mutua responsabilità dev’essere a fondamento della nostra partnership. Oggi, si dovrebbe concentrare su quattro aree cruciali per il futuro di tutta l’Africa e il mondo in via di sviluppo: la democrazia, le opportunità; la salute e la risoluzione pacifica dei conflitti.
In primo luogo, dobbiamo sostenere in modo forte i governi democratici. Come ho detto al Cairo, ciascuna nazione dà vita alla democrazia a suo modo, e in linea con le proprie tradizioni. Ma la storia offre un input chiaro: i governi che rispettano la volontà dei propri cittadini sono più prosperi, stabile ed incisivi rispetto ai governi che non lo fanno.
Si tratta di qualcosa in più delle elezioni – si tratta di cosa avviene tra un’elezione e l’altra. La repressione assume spesso molte forme, e molte nazioni ne sono afflitte e benchè ne abbiano le possibilità condannano la loro popolazione alla povertà.
Nessun paese potrà creare ricchezza se i propri leader sfruttano l’economia per arricchire se stessi, o Nessun paese è in corso la creazione di ricchezza se il suo leader di sfruttare l’economia di arricchire se stessi, o se la polizia…. Se la polizia si lascia comperare dai trafficanti di droga. Non c’è nessuna voglia di investire in un luogo in cui 20 per cento va al top….., o il capo della autorità portuale è corrotto. Nessuno vuole vivere in una società dove lo Stato di diritto cede il passo alla brutalità e alla corruzione. Questa non è democrazia, è tirannia, ed è venuto il tempo della sua fine.
Nel 21 ° secolo, la capacità, l’affidabilità e la trasparenza delle istituzioni sono la chiave per il successo – con dalla loro l’onestà dei parlamenti e delle forze di polizia, con giudici e giornalisti indipendenti, e una società civile vivace. Queste sono le componenti che danno vita alla democrazia.
Passo dopo passo, i ganesi hanno scelto le norme costituzionali, sono andati oltre l’autocrazia, e mostrato uno spirito democratico, che dà energia per il rinnovamento. Lo vedo quando un leader accetta la sconfitta di buon grado, e vedo che gli oppositori del presidente Mills sedevano accanto a lui quando sono arrivato, quando vediamo giornalisti coraggiosi come Aremeyaw Anas Anas, che hanno rischiato la propria vita a per parlare della verità, quando vediamo poliziotti come Pazienza Quaye, che hanno contribuito a perseguire il traffico di essere umani in Ghana, quando vediamo i giovani dire no al patriarcato e vogliono partecipare al processo politico.
In tutta l’Africa, abbiamo visto innumerevoli esempi di persone che hanno assunto il controllo sulla loro vita e hanno esercitato un cambiamento dall’alto verso il basso. Abbiamo visto come in Kenya, la società civile e le imprese si siano uniti per fermare la violenza postelettorale. Abbiamo visto come in Sud Africa più di tre quarti del paese ha votato nelle recenti elezioni – la quarta dopo la fine dell’apartheid. Abbiamo visto come in Zimbabwe, dove la rete di sostegno alle elezioni ha sfidato la repressione brutale alzandosi per ibadire il principio “un uomo un voto”.
Non ci si illuda: la storia è dalla parte di questi coraggiosi africani, e non di quelli che usano i golpe o cambiano la costituzione per rimanere al potere. L’Africa non ha bisogno di uomini-forti, ha bisogno di istituzioni forti.
L’America non cercherà di imporre un sistema di governo ad altre nazioni – la verità essenziale della democrazia è che ogni nazione determina il proprio destino. Quello che farà è aumentare il supporto per persone e istituzioni responsabili, con una particolare attenzione al buon governo – ai parlamenti, verificando gli abusi di potere garantendo che le voci di opposizione siano ascoltate, presterà attenzione allo Stato di diritto che garantisce l’equità nell’amministrazione della giustizia, anche alla partecipazione civica, in modo che i giovani siano coinvolti nel trovare una via d’uscita dalla corruzione, l’innovazione dei servizi, il rafforzamento delle prime linee, e proteggere chi denuncia in nome della trasparenza e della responsabilità.
E noi daremo sostegno. Ho indirizzato la mia amministrazione verso una maggiore attenzione alla lotta contro la corruzione, come ho inserito nel mio rapporto sui diritti umani. Tutti dovrebbero avere il diritto di avviare un’impresa o di ricevere un’istruzione senza dover pagare una tangente.
Abbiamo la responsabilità di sostenere coloro che agiscono in modo responsabile e isolare coloro che non lo fanno. E’ esattamente ciò che l’America farà.
Questo porta direttamente alla nostra seconda area di partenariato – sostenere lo sviluppo e offrire opportunità ad un maggior numero di persone.
Con una migliore governance, non ho alcun dubbio che l’Africa potrà avviarsi verso una maggior prosperità. Il continente è ricco di risorse naturali. E dai piccoli imprenditori ai piccoli agricoltori, gli africani hanno dimostrato la capacità e l’impegno per crearsi le proprie opportunità. Tuttavia devono essere abbandonate vecchie abitudini. La dipendenza dalle materie prime e la concentrazione di ricchezza nelle mani di poche persone, lascia tutti troppo vulnerabili di fronte alla recessione.
In Ghana, per esempio, il petrolio porta grande opportunità, e potrebbe aprirne altre. Ma, come tanti ganesi sanno, il petrolio non può diventare il nuovo cacao. Dalla Corea del Sud a Singapore, la storia dimostra che i paesi prosperano quando investono sulle persone e sulle infrastrutture; quando promuovono le industrie esportatrici, quando si prepara una forza lavoro qualificata, quando si crea spazio per le piccole e medie imprese che a loro volta creano posti di lavoro.
L’America saprà rispondere in modo più che responsabile per far sì che quella promessa si avveri. Con il taglio dei costi per i consulenti occidentali, l’amministrazione metterà più risorse nelle mani di coloro che ne hanno bisogno, incentivando la formazione e a far di più per se stessi. Questo è la giustificazione ai nostri $ 3,5 miliardi, la sicurezza alimentare deve essere incentrata su nuovi metodi e tecnologie di produzione. Non bastano gli aiuti da parte die produttori americani o di merci. L’aiuto non è fine a se stesso. Lo scopo dell’assistenza estera deve essere la creazione delle condizioni in cui essa non sia più necessaria. Voglio vedere i ganesi non solo produrre per sé ma anche per l’esportazione.
L’America può fare di più anche per promuovere il commercio e gli investimenti. Le nazioni ricche devono aprire le porte a beni e servizi provenienti dall’Africa, e farlo in modo significativo. E dove vi sia buon governo, si deve essere in di ampliare la prosperità attraverso partenariati pubblico-privati che investono in rete viaria ed energia elettrica, nel potenziamento delle ferroviarie, dei servizi finanziari, che raggiungano i poveri delle zone rurali. Questo è anche nel nostro interesse – se le persone escono dalla povertà e si crea ricchezza in Africa si apriranno nuovi mercati per le nostre merci. E’ bene per entrambi.
Un settore che può rapprentare un pericolo ma anche una straordinaria promessa è l’energia. L’Africa emette meno gas a effetto serra rispetto a qualsiasi altra parte del mondo, ma è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Il riscaldamento del pianeta è causa di malattie, riduce le risorse idriche e distrugge le colture, creando condizioni di carestia e di conflitto. Tutti noi – in particolare il mondo sviluppato – abbiamo la responsabilità di frenare queste tendenze – cambiando il modo in cui usiamo l’energia. Ma si può anche lavorare con gli africani per trasformare questa crisi in opportunità.
Insieme, possiamo lavorare per il nostro pianeta e aiutare i paesi a migliorare la gestione del potere, ed evitare le fasi di sviluppo più inquinanti. In tutta l’Africa, sono generosi il vento e l’energia solare, l’energia geotermica e i bio-combustibili. Da della Rift Valley al deserti del Nord Africa, dalla costa occidentale del ci sono doni naturali sconfinati doni naturali in grado di generare una propria energia, esportando – in modo redditizio – energia pulita all’estero.
Questi elementi sono quqlcosa di più che solo numeri in un bilancio. Stanno a dire che una persona giovane con una istruzione può trovare un lavoro e avere una famiglia, un agricoltore può trasferire i suoi prodotti al mercato, o un imprenditore con una buona idea può iniziare un business. E’ anche la dignità del lavoro. Queste possibilità devono esistere per gli africani nel 21 ° secolo.
Proprio come la governance è fondamentale per le opportunità, è anche fondamentale il rafforzamento della salute pubblica e dei servizi legati al Terzo settore.
Negli ultimi anni, enormi passi avanti sono stati compiuti in alcune parti dell’Africa. Molte più persone convivono con l’HIV / AIDS, e ottengono farmaci di cui hanno bisogno. Ma troppi ancora muoiono a causa di malattie che non devono più uccidere. Quando i bambini muoiono a causa di un morso di zanzara e le madri muoiono di parto, sappiamo che bisogan intervenire e realizzare il progresso anche qui.
Tuttavia, a causa di incentivi – spesso forniti da altri paesi – molti medici e infermieri africani vanno all’estero a lavorare per i programmi che si concentrano su una singola malattia. Questo crea gap nelle cure primarie e nella prevenzione di base. Nel frattempo, gli africani devono anche fare scelte responsabili che impediscano la diffusione delle malattie, promuovendo al tempo stesso la salute pubblica nelle loro comunità.
In tutta l’Africa, si hanno esempi di persone che hanno saputo affrontare questi problemi. In Nigeria, uno sforzo di interreligioso di cristiani e musulmani è stato un esempio di cooperazione per affrontare la malaria. Qui, in Ghana e in tutta l’Africa, ci sono idee innovative per colmare le lacune nella cura – per esempio, tramite E-Salute, che permette ai medici nelle grandi città di sostenere i piccoli centri.
L’America sosterrà tali sforzi attraverso un approccio globale, con una strategia per la salute globale. Nel 21 ° secolo, siamo infatti chiamati ad agire con coscienza e nel nostro comune interesse. Quando un bambino ad Accra muore di una malattia prevenibile, ciò diminuisce ciascuno di noi. E quando una malattia attraversa incontrollata oceani e continenti, sappiamo che potrebbe diffondersi in ogni angolo del mondo.
Questo è il motivo per cui la mia amministrazione si è impegnata con $ 63 miliardi: per rispondere a queste sfide. Ci si basa anche sul forte impegno del Presidente Bush, che porterà avanti la lotta contro l’HIV / AIDS. Si proseguirà l’obiettivo di porre fine alle morti per malaria e tubercolosi, e sradicare la poliomielite e le malattie tropicali trascurate. Non si affronteranno tuttavia le malattie singolarmente, ma in un contesto di creazione di sistemi di sanità pubblica che promuovano il benessere e si concentrino sulla salute dei bambini e delle madri.
Dobbiamo fermare la distruzione anche quella che non proviene dalla malattia, ma dalla volontà di esseri umani, il conflitto.
Ora vorrei essere chiaro: l’Africa non è la rozza caricatura di un continente in guerra. Ma per troppi africani, il conflitto è una parte della vita, una costante come il sole. Ci sono guerre per il territorio e guerre per le risorse. Ed è ancora troppo facile per coloro che sono privi di coscienza manipolare intere comunità in lotta tra fedi e tribù.
Questi conflitti sono una pietra che l’Africa ha appesa al collo. Noi tutti abbiamo molte identità – di tribù, etnia, religione e nazionalità. Ma la definizione di se stessi in opposizione a qualcuno che appartiene a una tribù diversa, o che adora un altro profeta, non deve avere alcun posto nel 21 ° secolo. In Africa la diversità dovrebbe essere una fonte di forza, non un motivo di divisione. Siamo tutti figli di Dio. Noi tutti condividiamo aspirazioni comuni – di vivere in pace e sicurezza, di accedere all’istruzione e alle opportunità, amare le nostre famiglie, le nostre comunità, e la nostra fede. Questa è la nostra comune umanità.
Questo è il motivo per cui dobbiamo affrontare a viso aperto la disumanità. Non è mai giustificato uccidere innocenti in nome di un’ideologia. Ed è la condanna a morte di una società quella di costringere i bambini a uccidere nelle guerre. E’ un segno di vigliaccheria, come quello di condannare le donne allo stupro sistematico. Dobbiamo testimoniare per tutti i bambini del Darfur e la dignità di ogni donna in Congo. Nessuna fede o cultura dovrebbe perdonare le atrocità commesse contro di loro. Tutti noi dobbiamo lottare per la pace e la sicurezza necessarie per il progresso.
Gli africani sono pronti per questo futuro. Anche in questo caso, il Ghana può contribuire a indicare la strada da percorrere. I Ganesi dovrebbero essere orgogliosi del contributo al mantenimento della pace dal Congo alla Liberia al Libano, e negli sforzi per resistere alla piaga del traffico di droga. Accogliamo con favore le misure che vengono prese da organizzazioni come l’Unione africana e la CEDEAO per meglio risolvere i conflitti, mantenere la pace, e sostenere chi è nel bisogno. E noi incoraggiamo la visione di una forte architettura transregionale di sicurezza.
L’America deve lavorare con voi e far progredire questa visione, non solo con le parole, ma con il sostegno che rafforzi la capacità africane. Il genocidio in Darfur o in Somalia, il terrorismo, non sono solo problemi africani, ma le sfide della sicurezza globale, che richiedono una risposta globale. Questo è il motivo per cui siamo pronti a collaborare con la diplomazia, per l’assistenza tecnica e il supporto logistico, e per tener dietro agli sfrozi di individuare i criminali di guerra. E permettetemi di essere chiaro: la nostra azione non è focalizzata sull’Africa e sulla creazione di un punto di appoggio qui, ma per affrontare quelle sfide comuni e far progredire anche la sicurezza d’America, in Africa e nel mondo.
A Mosca ho parlato della necessità di un sistema internazionale in cui i diritti universali degli esseri umani siano rispettati, e le violazioni di tali diritti siano punite. Ciò deve includere l’impegno a sostenere coloro che vogliono risolvere pacificamente i conflitti, sanzionando e fermando coloro che non lo vogliono, e aiutare coloro che hanno sofferto. In ultima analisi però saranno le vibranti democrazie quali il Botswana e il Ghana che anticiperanno la pace e la prosperità.
Come ho già detto, il destino dell’Africa è in mano agli africani.
I popolo d’Africa sono pronti a sostenere il futuro. Nel mio paese, gli afro-americani – compresi i tanti immigrati recenti – hanno ottenuto ottimi risultati in ogni settore della società. Sono riusciti nonostante un passato difficile, attingendo alla forza del nostro patrimonio africano. Con istituzioni forti e una volontà forte, so che gli africani possono realizzare i loro sogni da Nairobi a Lagos, da Kigali a Kinshasa da Harare ad Accra, proprio qui.
Cinquantadue anni fa, gli occhi del mondo erano sul Ghana. Un giovane predicatore di nome Martin Luther King era arrivato qui, ad Accra per guardare la Union Jack scendere e la bandiera del Ghana salire. Questo è stato prima della marcia su Washington o il successo del movimento per i diritti civili nel mio paese. Al dr. King è stato chiesto come ci si sentisse mentre si assisteva alla nascita di una nazione. Egli rispose: “Si rinnova la mia convinzione nel trionfo finale della giustizia.”
Il trionfo deve avvenire ancora una volta e deve venire da voi. E mi rivolgo particolarmente ai giovani di tutta l’Africa e qui in Ghana dove sono più della metà della popolazione: ecco cosa dovete sapere: il mondo è ciò che ne facciamo di esso.
Voi avete il dovere di richiamare i vostri leader alla responsabilità costruendo istituzioni che servano il popolo. Potete impegnarvi nella vostra comunità e sfruttare al meglio la vostra energia e la vostra istruzione per creare nuova ricchezza e creare nuovi collegamenti con il mondo. Potete vincere le malattie, por fine ai conflitti e fare cambiare la situazone dal basso. È possibile farlo. Sì, è possibile. Perché in questo momento, la storia è in movimento.
Tuttavia queste cose le potete fare se vi assumete le responsabilità per il vostro futuro. Non sarà facile. Ci vorrà tempo e fatica. Ci saranno sofferenza e battute d’arresto. Ma io vi posso promettere questo: l’America sarà con voi. In qualità di partner. Come un amico. Le opportunità non possono provenire da nessun altro luogo che non sia ciò che voi decidete, ciò che voi fate e la speranza che c’è nei vostri cuori.
La libertà è la vostra eredità e voi avete la responsabilità di mettere a frutto quella libertà. E lo facciamo, tra qualche anno ci potremmo guardare indietro e dire che è da luoghi come Accra che è iniziato il momento in cui la promessa si è realizzata e si è superato il dolore, iniziando una nuova era di progresso. Questo può essere il momento in cui assistiamo al trionfo della giustizia, ancora una volta. Grazie.