Unabomber
Questo mio articolo è uscito qualche giorno fa sul Corriere del Veneto.
Le pagine di giornale su Unabomber sono come la pioggia, ritornano puntuali, con una periodicità fissa. Per carità, meglio le pagine di giornale, piuttosto che una presenza scandita. fino a qualche anno fa, dagli attentati dell’imprendibile bombarolo. Oggi, sono le inchieste (fallite) che tornano a far parlare di sé. Certo che il mistero di questo attentatore seriale è di quelli che fanno fare salti mortali all’immaginario. Un po’ per via delle dinamiche degli episodi, le scelte dei luoghi e degli obbiettivi, un po’ per via dell’ormai riconosciuta inadeguatezza delle indagini. È proprio su questo punto che, da sempre, si concentra l’attenzione della gente. Possibile, ci si domanda, che in tutti questi anni non si sia arrivati a un bel niente? O meglio, a un sospettato si era pur giunti, l’ingegner Zornitta, ma poi è stato scagionato (lo dico tra parentesi e con tutte le cautele e le ingenuità del caso: sbaglio o da quando Zornitta è entrato in scena, gli attentati si sono interrotti? Ma potrebbe essere un altro colpo di genio di Unabomber, far credere che…). Lasciamo perdere la vicenda del lamierino manomesso, ché è cosa troppo delicata e da addetti ai lavori. Ciò che resta, di questa vicenda, è l’imbarazzo degli inquirenti, costretti, dopo tutti questi anni, a dover ripartire ancora una volta da zero. Una sconfitta enorme, una presa in giro, quasi (e chissà come se la ride, Unabomber, nascosto chissà dove, o nascosto proprio per niente, libero e bello come il sole…). Già, sembra davvero incredibile che in tutto questo tempo, con tutte le energie, le competenze, le risorse messe in campo per risolvere questo caso, sembra incredibile essere giunti al punto attuale: ripartire da capo. Ecco, pensi a questo, guardi le cose come stanno, prendi atto di un’inadeguatezza e ti viene in mente una provocazione. Questo è sì un paese dove la lettura dei libri, dei romanzi, è la più bassa in Europa. Ma è altrettanto vero, che dei pochi libri che si leggono, la stragrande maggioranza sono libri gialli. Basti pensare al milione e oltre di copie vendute dei gialli di Stieg Larsson, editi da Marsilio. Non solo, pure i critici letterari non fanno che sottolineare che in Italia sia solo il giallo in grado, oggi, di raccontare la realtà che ci circonda. Tesi del tutto discutibile, ma che spinge a una considerazione: perché non provare ad affidare (informalmente, ovvio), l’inchiesta di Unabomber, che so, a Carlo Lucarelli, o a Massimo Carlotto, o agli scrittori-magistrati Carofiglio e De Cataldo? Una provocazione, certo, ma vedi mai che l’inventiva di uno scrittore non possa, per una volta, essere d’aiuto alle istituzioni? O sarebbe vista invece come uno smacco? Chissà. L’unica cosa certa, a oggi, è che Unabomber scorrazza su e giù per mondo, libero e impunito. E non è bello.