Jardim Tabucchi e un libro
Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera usciva l’articolo che trovate in fondo a questo post. Un momento speciale per uno scrittore che, comunque, non crede troppo ai premi letterari, al fatto che i libri possano entrare in competizione fra loro, come se un mio libro fosse una racchetta da tennis, un paio di sci, dei guantoni da boxe. Il mio, Storie che accadono, che Pippo Civati ha voluto pubblicare per People lo scorso anno, e che è soltanto un libro, racconta – è cosa nota – lo scrittore Antonio Tabucchi. È un libro pieno di coincidenze, di incontri casuali, di equivoci (senza importanza). Coincidenze, soprattutto. Lo stesso giorno in cui è uscito l’articolo sul Corriere della Sera, a Lisbona, vicino a Praça das Flores, veniva inaugurato il Jardim Antonio Tabucchi, non lontano da casa Tabucchi. Non poteva che essere così, con l’autore di Notturno indiano. Le coincidenze, le casualità. E anche questa coincidenza avrebbe potuto starci bene, dentro alle pagine del mio libro.
Questa volta, però, non è stato il caso ad avermi fatto cercare, e trovare, un tavolo che si trovasse proprio davanti a un giardino, per mettermi a scrivere questo post. Lontano, sì, da Lisbona, molto più a nord, in Francia, a Lille. Diverso clima, differenti architetture, non proprio gli stessi colori e nemmeno la stessa luce, ma volevo che quella coincidenza avesse una certa – pur incongrua – continuità. Il tavolino è davanti alla finestra del Paddo Café, che dà su Place Gilleson, a sinistra vedo la cattedrale, Notre-Dame de La Treille, e accanto, dietro gli alberi del giardino, il campanile con l’orologio al centro della facciata. Grazie a Maria José de Lancastre Tabucchi per la foto del Jardim Antonio Tabucchi. Spero non passeranno anni prima di poterlo visitare, almeno non gli stessi – troppi – che ci ho messo per andarci la prima volta, a Lisbona. E fuori tempo massimo, ahimé.