Storie che accadono a Valdagno

A Valdagno c’è un gruppo di lettori, meglio, una rete (come si definiscono loro) di lettori, che da anni organizza incontri con gli autori. Si chiamano Guanxinet. Hanno un unico criterio, infallibile: presentano solo i libri che gli piacciono. Undici anni fa, 2011, a loro piacque Sentimenti sovversivi, pubblicato da Isbn, e mi invitarono. L’incontro si svolse a Recoaro, e fu indimenticabile. Per undici anni, non li ho più sentiti, come non ho più sentito tutti coloro che mi avevano invitato in giro a ogni uscita di un mio libro. Ma non si trattava di un silenzio imbarazzato, del tipo “i libri di Ferrucci non ci piacciono più”. Era un silenzio inevitabile, dipeso soltanto da me. Mi sono preso una lunga pausa, anche se detta così sembra che mi sia dedicato ad altro. E invece ho sempre e solo scritto. Scritto, cancellato, riscritto due libri, Storie che accadono, pubblicato da People, presentato ieri sera a Valdagno dalla giornalista Chiara Roverotto del Giornale di Vicenza. E un altro, finito pochi giorni fa, iniziato nel settembre 2011. Due libri che hanno richiesto tempo, molto tempo. I tempi di cui la scrittura necessita e che spesso invece vengono aggirati, ignorati. I tempi, che fanno sì che poi il tuo libro, dopo undici anni di silenzio editoriale (a parte un piccolo ma per me importante libro, Venezia è laguna, pubblicato da Helvetia editrice nel 2019) venga riconosciuto soprattutto per come lo hai scritto, perché se ne percepisce la necessità, il lavoro riga dopo riga. E allora, così com’è successo con l’invito a Pordenonelegge, così com’è successo con le varie recensioni uscite dopo la pubblicazione di Storie che accadono, anche Guanxinet si è ricordata di Ferrucci. Meglio, non se n’era mai scordata, come gli altri, era soltanto in attesa.

Sì, alla fine la mia bibliografia sarà smilza, occuperà poco spazio sugli scaffali di chi vorrà conservare i miei libri. Ma il mio augurio è che si continui a percepire un unico sentimento, la necessità che ciascuno di quei volumi trasmette. Storie che sono accadute, ma che era necessario scrivere, raccontare.