Daniele Del Giudice e il Nobel

Il titolo dipende solo dalla coincidenza del calendario. Oggi alle 13 verrà attribuito il Premio Nobel per la Letteratura. Detto questo, anche di recente hanno ricevuto il Nobel opere assai inferiori a quella di Daniele Del Giudice che, anche se apparentemente scarna (e sottolineo: apparentemente), è invece un’opera di spessore assoluto. Perciò, io il Nobel glielo avrei dato, ma per fortuna non faccio parte di nessuna giuria, di nessuna Accademia. E poi, il Nobel arriva a uno dei due protagonisti di Atlante occidentale nell’ultima pagina del suo secondo romanzo.
L’origine di questo post scaturisce da una buona, buonissima notizia, che voglio dare soprattutto ai miei futuri studenti del Laboratorio di Scrittura Creativa dell’Università di Padova e ai partecipanti agli atelier di scrittura di Helvetia Editrice. Il prossimo 19 ottobre 2021, dopo più di due anni di assenza dagli scaffali, ritorna in libreria Lo stadio di Wimbledon, che Einaudi ripubblica nella sua collana più prestigiosa, i Supercoralli, riproponendo finalmente anche la copertina originale, con un quadro, Aeroplane, di Elsie Driggs, un olio su tela del 1928. Credo – non ho ancora il libro fra le mani – ci sia, nel risvolto, anche il testo che Italo Calvino scrisse nella quarta di copertina in occasione dell’uscita del libro, maggio 1983.
Del libro, oggi, non parlo. L’ho fatto talmente tante volte dalla tesi di laurea in poi. A chi fosse curioso basterà una veloce ricerca in rete e troverà. Poi magari ne scriverò dopo averlo riletto in questa versione dei Supercoralli, come se si trattasse di una novità. Di un romanzo nuovo, perché Lo stadio di Wimbledon di Daniele Del Giudice, è un romanzo nuovo ogni volta che lo si rilegge. Privilegio dei grandi libri.