Diario del confinamiento de mí mismo
Leggo quotidianamente un sacco di cretinate riguardo al Covid-19. Ognuno dice la sua su un tema enorme, sconosciuto, che non abbiamo ancora capito come affrontare. Chiunque se ne occupi a livello politico, viene investito da valanghe di critiche e di insulti. Ovunque. Tutti a pensare solo a se stessi, pronti a non rinunciare a nulla perché chissenefrega del bene degli altri. Perché mai dovrei sacrificarmi per gli altri. Solo che provate a dirglielo, a chiunque, che gli altri siamo noi. Si rischia l’incolumità ormai. Lo squallore di quest’epoca dove anche i sentimenti sono stati trasferiti all’intestino. Si prova tutto con quello ormai, e si ragiona con quello. Anch’io ho scritto la mia cretinata sul Covid-19.
Più di qualcuno mi ha chiesto se, oltre alla “tribune” su Le Monde, avessi scritto ancora qualcosa riguardo ai mesi di confinamento cui il Covid 19 ci ha costretti la primavera scorsa. Avevo deciso di non pubblicare interventi sui giornali italiani, non volevo essere l’ennesima voce che diceva la sua su qualcosa di talmente enorme, tragico, sconosciuto. Non volevo aggiungere ovvietà e sciocchezze a tutte le banalità e stupidaggini che leggevo ogni giorno. Certo, non tutto era banale e stupido, ma non avevo davvero niente di così speciale da affiancare a quegli articoli. La scrittura però è il mio mestiere e la spinta a tenere comunque un diario l’ho avuta anch’io. Un diario di quelli veri, con carta e penna, scritto solo per me e per chi un giorno lo ritroverà fra le mie cose, un diario che continuo ad aggiornare. Qua e là, però, qualche pubblicazione c’è stata, ma soltanto all’estero e, in Italia, in un libro pubblicato da Helvetia Editrice. Poco a poco, pubblicherò quei testi anche qui. Intanto questo, intitolato Diario del confinamiento de mí mismo, uscito su una rivista letteraria messicana online, La Bitácora del encierro. È il testo numero 111 fra i 158 raccolti finora. Il progetto è coordinato da Philippe Ollé-Laprune – che ringrazio dell’invito – per la Casa abierta al tiempo, universidad autónoma metropolitana de Cuajimalpa, con la collaborazione dell’Instituto de Estudios Críticos 17. Philippe Ollé-Laprune ha chiesto a scrittori di ogni parte del mondo di scrivere della propria esperienza di confinamento, mettendo così insieme un grande e globale contenitore di storie. La mia, in spagnolo, è questa: Diario del confinamiento de mí mismo.