Seicento leghe
E pensare che l’ineffabile Gianluca Forcolin (leghista, oggi vicepresidente della giunta regionale del Veneto), una decina di anni fa faceva lo splendido, dileggiando il mio ruolo di insegnante di scrittura creativa (tipico atteggiamento dei leghisti nei confronti di chi fa un lavoro intellettuale). Ecco qui, il nostro scambio di «riflessioni» (domanda, si potrà mai davvero riflettere con un leghista?), e anche in quel caso si trattava di una questione morale poi non così dissimile dall’attuale. Il fatto sorprendente, allora, fu che Forcolin e la Lega non erano affatto l’argomento del mio articolo, ma soltanto un inciso, una noterella fra parentesi. Quell’episodio mi confermò un aspetto che avevo già notato in altri miei gustosi – e da parte mia involontari – scambi di vedute con altri esponenti leghisti (Gentilini, Zaia, e qualche altro), e cioè che sono sempre e solo loro a replicare a ogni critica. Repliche che avevano ogni volta un unico scopo: sbeffeggiare l’interlocutore, sminuirlo, dargli del solone, del radical chic (e io ero il sig. Ferrucci, lui, ovviamente, l’on. Gianluca Forcolin). La buttano in vacca, insomma. Come fa da sempre la ahimè trionfante Lega qua in Veneto. Che trionferà anche alle prossime regionali di settembre, nonostante questo scandalo, perché noi veneti, alla fine, siamo proprio degli ottusi.
Qui sotto il link dello scambio Ferrucci-Forcolin
http://www.robertoferrucci.com/wordpress/2010/01/02/elezioni-e-repliche/