Cronache da casa (1)

L’altro giorno, sul quotidiano francese Le Monde, ho scritto di avere consigliato ai miei studenti di scrittura creativa di provare a tenere un diario. Il diario della quarantena, o del virus, il diario di questo momento storico, di questa svolta epocale. A essere sincero, mentre lo dicevo a loro, stavo parlando anche a me stesso. Ho sempre cercato, negli anni, di tenere un diario, senza mai riuscire a superare qualche giorno, poche pagine. Poi rimaneva lì. Ne ho iniziati chissà quanti, quaderni di ogni formato e spessore, abbinando a ciascuno la penna più adatta. Sforzi inutili, bloccati dalla pigrizia forse, o dall’insicurezza, o da quella ricerca di una inesistente perfezione della scrittura di cui ero vittima fin da adolescente. Anche questo blog non ha le sembianze del diario, del journal intime, come lo chiamano i francesi. Ora sto cercando di farlo in questi giorni, con continuità, spero. Ne pubblicherò qui qualche pagina. A darmi continuità sarà la spinta dei miei studenti, che hanno accettato il suggerimento, che hanno iniziato subito a scrivere. Fossi in voi, farei lo stesso.