Cronache dalla città vuota (1)

Ieri sono stato invitato a intervenire alla trasmissione Fahrenheit di Radio3. L’argomento non poteva che essere uno e uno soltanto. Ero tentato di declinare l’invito, come avevo fatto il giorno prima, quando una radio francese mi aveva chiesto una dichiarazione, un’opinione sulle decisioni prese da governo e regioni in merito al Corona virus. Ovvio che ho un’opinione, come tutti, ma è basata su poco o niente, su impressioni, viene dalla pancia, perché non sono né un medico, né un politico, né un volontario della protezione civile e non ho nessuna voglia di unirmi ai milioni di saputelli che sui social non fanno che criticare, irridere, insultare le istituzioni, i medici, chiunque. In questi casi, quando si tratta di salute, io ho un’unica linea: fidarmi di chi ne sa più di me, fidarmi della scienza. Punto. Altrimenti si rischia di impazzire. E fidarmi di conseguenza delle istituzioni, a patto che ascoltino gli esperti e non facciano di testa loro. La redazione di Fahrenheit mi ha chiesto però di raccontare la mia città, Venezia, in questi giorni di preoccupazione, di panico, di psicosi. E ho accettato. Questo è l’audio del mio intervento, intervistato da Enrico Morteo. Buon ascolto. (Per i distratti: fare clic sulla scritta blu qua sotto☺️).

Fahrenheit 25 febbraio 2020