Perle fucsia tricolori

28 agosto 1988. Sarebbe opportuno ricordarla sempre questa data, qua in Italia e non solo. A Venezia, anche, dove la scelleratezza regna sovrana da qualche anno. Fra poco, sopra il cielo di Venezia, e quindi sopra alla città più bella del mondo, si esibiranno le Frecce Tricolori. Le hanno volute gli organizzatori del Salone Nautico che si svolgerà in questi giorni all’Arsenale. E allora, già così, potremmo chiederci cosa c’entrino gli aerei con la nautica. Diciamo che entrambe le attività sono quasi esclusivamente maschili: esibizione di potenza, di potere, di forza e tutti i sinonimi comunque inutili che volete. Basterebbe già questo. Ma poi c’è quella data, il 28 agosto 1988 a Ramstein. Le Frecce Tricolori che si esibiscono in evoluzioni che possono anche affascinare, ma che sono uno spreco di danaro pubblico del tutto fine a se stesso, gli spettatori tutti col naso all’insù, perché il volo, da sempre, porta con sé mistero, pericolo, sfida. Poi basta mezzo secondo in più o in meno, e lo spettacolo diventa tragedia, ancora più inutile dell’esibizione in sé, e però definitiva, dolorosa, lancinante, fiamme in cielo che piombano a terra. Muoiono tre piloti e 67 spettatori. Più di mille i feriti. Per vedere un po’ di evoluzioni stupide su nel cielo. Se non ricordo male, dopo il disastro, si decise, o forse solo si disse, che quelle esibizioni (che avrebbero dovuto essere sospese all’istante e per sempre) sarebbe stato meglio non farle più svolgere sopra i centri abitati. Da qualche anno, per un motivo o per l’altro, le Frecce Tricolori svolazzano sopra la città, sopra il centro abitato. Anzi no, a pensarci bene, chi ha in mano Venezia non considera più la città storica un centro abitato. Per loro è solo e definitivamente un parco giochi diffuso, pieno di slot machine dove fare incetta. E sopra il parco giochi, va da sé, fai esibire gli aerei. Perché, come per decenni ci hanno detto a proposito delle grandi navi, questi spettacoli sono sicuri e utili (utili ai soliti pochi, è cosa ormai nota). A noi veneziani, cittadini e residenti (non tutti, perché tanti sono in fregola da giorni nell’attesa di godere di cotanto spettacolo), non resta che schiumare di rabbia. Con la speranza che, fra un anno, alle elezioni amministrative cambi qualcosa, ma con il timore che – invece – è assai probabile che tutto resterà così com’è. Perché, alla fine, a troppi italiani (e veneziani), gli esibizionisti fine a se stessi piacciono. Eccome.