L’atelier della scrittura
Sta per arrivare in libreria, pubblicato dalla casa editrice Saecula, questo libro intitolato Dialogo con Roberto Ferrucci. L’atelier della scrittura. L’autore è Walter Ronzani, che ha avuto la pazienza, nel corso di un paio di anni, di fare con me una dozzina di lunghe conversazioni e di trascriverle. Di volta in volta me le riproponeva e io aggiungevo, cancellavo, sostituivo. Walter ha sperimentato che cosa significa lavorare a contatto diretto con uno scrittore dubbioso, incerto, esigente, pigro, caotico, pignolo. È un libro sulla scrittura. Sulla scrittura creativa e sugli atelier di scrittura. Un libro sulle residenze di scrittura e sulla traduzione. Un libro che mette la scrittura romanzesca a confronto con le serie televisive, la musica, il cinema, la fotografia. Un libro di libri, i miei e quelli che mi hanno formato. E quindi un libro sugli scrittori e sulla scrittura: quella degli studenti nelle università di Padova, di Venezia, e poi la mia, nei caffè e nei bistrot di mezza Europa. Un libro sulle librerie e le biblioteche. Ma anche un libro di calcio, di tennis, di letteratura. Di scrittura come impegno, militante, e di scrittura come piacere, come gesto fisico da allenare quotidianamente. Un libro che si chiude con le interviste fatte da Walter Ronzani ad altri due autori, Gianfranco Bettin (che scrisse la quarta di copertina del mio romanzo di esordio, Terra rossa, pubblicato da Transeuropa nel 1993) e Patrick Deville (del quale ho tradotto due romanzi, Equatoria e Peste & colera) Insomma, questo libro potrebbe essere il manuale di scrittura che ho sempre rifiutato di scrivere, perché i manuali di scrittura non servono a niente, ma che ora c’è perché va al di là del manuale, perché entra dentro la scrittura e non ne elenca le semplificazioni, le seduzioni, la schematicità. E allora è per questo che, alla fine, posso proprio dire che questo libro di Walter Ronzani non mi pare affatto inutile. Ma, a pensarci bene, sono un po’ di parte.
