Perle fucsia (e verdi) 

Il verde e il fucsia non stanno bene insieme. A dire il vero, il fucsia non si accorda a nulla. Né dal punto di vista cromatico, né, qui a Venezia, da quello politico. Il fucsia veneziano assomiglia molto al nero: dove passa copre tutto, azzera ogni sfumatura, offusca ogni luce. Cancella tutte le differenze. Appiattisce, uniforma. Mi riferisco, non si fosse capito, alla lista che fa capo (mai come in questo caso il sostantivo “capo” va preso alla lettera) al sindaco Brugnaro. Il verde è quello della Lega, che fa parte della maggioranza di governo, e in particolare mi riferisco all’assessora Zaccariotto che a dire il vero non so bene se sia ancora leghista o no, tanto risulta caotico il suo percorso politico. Ieri, ce ne fosse stato il bisogno, l’assessora mi ha dato conferma della devozione che la maggioranza di governo dimostra – smaccatamente – in ogni occasione al suo capo.


Ieri, dicevo, non sono ahimè riuscito a trattenermi dal replicare a un’iperbole dell’assessora Zaccariotto che chiedeva al Presidente della municipalità del Lido di riconoscere il ruolo determinante, decisivo, unico e supremo che il suo capo (in persona, lui e solo lui) ha avuto nella copertura del famigerato “buco del casinò” al Lido. Buco che in realtà il sindaco (ecco, casco anch’io nella devozione) ha solo coperto, dopo che altri hanno fatto il lavoro lungo, delicato e invisibile, di bonifica del terreno e molto altro. Le parole sono importanti a prescindere da chi le usa a vanvera, per questo sottolineo in persona.


Avrete notato come immancabilmente gli assessori e altri componenti la maggioranza di governo veneziana non facciano mai riferimento al lavoro collettivo della giunta ma esclusivamente a quello individuale del sindaco, il capo popolo. Un ostentato atteggiamento di devozione che è difficile immaginare sia spontaneo. A questo proposito nelle repliche che l’assessora mi ha rivolto, salta agli occhi un obbrobrio non soltanto grafico: SINDACO BRUGNARO tutto in maiuscolo. Quel che se ne trae l’ho detto direttamente a lei e potete leggerlo nelle immagini qui sotto. Sorvolo sulle immancabili offese, tipiche dei populisti quando – sempre – di fronte alle critiche sono a corto di idee, di parole, di argomentazioni, quindi io, all’assessora Zaccariotto, faccio ovviamente pena. Hélas.