Perle fucsia e criminalità organizzata 

Qualche giorno fa il sindaco di Venezia si è di nuovo distinto in ciò che gli riesce meglio, ha twittato a rotta di collo nei confronti di due giornalisti: Maurizio Dianese e Stefano Ciancio. Una serie di tweet dei suoi: privi di argomenti e colmi invece di arroganza e di astio. La causa: un articolo di Maurizio Dianese sulla presenza della criminalità organizzata nell’isola del Tronchetto.Davanti a un giornalista come Maurizio Dianese, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dovrebbe soltanto inchinarsi. E tacere. Inchinarsi di fronte al coraggio e al valore di chi fa ancora il proprio mestiere senza timori, senza guardare in faccia nessuno, seguendo soltanto la propria onestà inetllettuale e portando avanti con rigore l’unico vero compito di un giornalista: informare, cercando a ogni costo la verità. Maurizio Dianese sa fare benissimo tutto questo e lo fa da sempre. Memorabili sono alcune sue inchieste che, dalle pagine del Gazzettino, sono diventate libri fondamentali, su Porto Marghera, sulla mala del Brenta, su Piazza Fontana. Alcune di queste sue inchieste le ha firmate assieme allo scrittore, e oggi presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin. Entrambi sanno cosa significa dire la verità: la malavita li ha spesso presi di mira, minacciati, ma non li ha certo fatti tacere. E non è un caso che entrambi, da tempo, mettano in evidenza le infiltrazioni mafiose in atto all’isola del Tronchetto. L’ultimo articolo su questo tema, Maurizio Dianese lo ha firmato pochi giorni fa, e il sindaco (appena rientrato da un lungo viaggio d’affari – suoi – in Brasile…) non ha trovato niente di meglio che replicare con il suo classico stile: il dileggio via twitter. Conosco bene questo suo procedimento che egli mette puntualmente in atto appena uno osa criticarlo. Sono stato una delle sue prime vittime. Tu hai poco da argomentare, da puntualizzare, da approfondire. Non serve a niente, perché lui ha il suo sistema apparentemente formidabile: la butta in vacca, per dirla come piace a lui, e poi ti cancella. Con un fare, però, nell’insieme, che ha sempre un che di minaccioso, perché te lo fa arrivare dall’alto. Da un alto tutto suo: di uno che si sente essere “il capo”, l’intoccabile, il potente. Tutto suo perché lui potrà anche essere a capo delle sue aziende e dei suoi adepti, ma non potrà mai essere il capo di Venezia, il nostro capo, e – mai e poi mai – il mio capo.


Un sistema formidabile, dicevo, soltanto apparentemente, perché anche in questo caso l’autogol del sindaco è lampante. Intanto perché non se la prende con un “intellettuale da strapazzo” come il sottoscritto (la definizione me l’ha affibbiata lui), che mi limito ogni tanto a esprimere delle opinioni ovviamente discutibili, di certo innocue. No, questa volta egli si rivolge a un giornalista che in tutta la sua carriera ha dimostrato una limpidezza ineccepibile e, inoltre, ha liquidato via twitter un argomento delicatissimo. Del resto, il tono del suo tweet la dice lunga, oltre a dimostrare la sua totale ignoranza del significato di etica.

Tutti sanno quel che penso di questo Luigi Brugnaro (ho iniziato a scriverne fin dal primo giorno in cui ha deciso di candidarsi) diventato in qualche modo sindaco della città più bella del mondo. Lo trovo inadeguato per mille motivi, dannoso per mille altri, capace di dare il colpo di grazia a una Venezia che da tempo sembra aver preso una deriva ineluttabile. Ho scritto anche di essere stanco di doverlo incalzare ogni volta che fa o dice qualche sciocchezza. Abbiamo tutti di meglio da fare. Solo che poi a volte non puoi far finta di niente, e questa è una di quelle. Questa volta è doveroso dimostrare a Maurizio Dianese tutta la solidarietà e l’amicizia che merita da sempre. E di allargarla anche a Stefano Ciancio che, avendo scritto un post in difesa del giornalista del Gazzettino, si è preso la sua buona dose di insulti via twitter dal sindaco fucsia. A me non arriveranno più, ho già dato: lui ha deciso un anno e mezzo fa (qui il racconto) che non vale la pena leggermi. Sapete, questi intellettuali da strapazzo…