Ritornare a Parigi (tre)

  A Parigi può anche capitarti, un sabato mattina, al cinema Panthéon, di rivedere dopo anni e pochi giorni dopo la scomparsa di Franco Citti, Accattone, il film di Pier Paolo Pasolini. Non solo. Ti capita pure di rivederlo in pellicola, 35 mm, cosa ormai rarissima. Talmente rara che le figlie di uno spettatore, nate e cresciute nel pieno di quest’epoca digitale, hanno chiesto al padre come mai il film facesse quello strano rumore. Un film pieno di polvere, la polvere delle periferie romane, la polvere della grana della pellicola, la polvere sonora del proiettore. Una meraviglia. Più meraviglie: Elsa Morante, che a un certo punto appare nelle vesti di una carcerata intenta a sfogliare un fotoromanzo, oppure Monica Vitti, presente con la sua inconfondibile voce, prestata nel doppiaggio ad Ascenza, la moglie di Accattone. Un’occasione rara, resa possibile grazie alla pubblicazione del libro Accattone de P. P. Pasolini, scénario et dossier, pubblicato dalle Éditions Macula di cui alla fine della proiezione, ha parlato uno dei suoi autori, Hervé Joubert-Laurencin, che ha interloquito con Paolo Modugno, dell’associazione Anteprima, e con me. Un gran bel sabato mattina.