Qualcosa di sinistra. Io ho firmato.
Da molto tempo mi infastidisce continuare a sentire e a leggere la parola “radicale” subito dopo “sinistra”. Una cosa esclusivamente italiana, come se qui ci fossero – o le avessimo inventate – svariate sinistre. E che quella radicale fosse la sinistra più sinistra, intesa come qualcosa di torbido, di rischioso, se non di pericoloso, addirittura. In Francia la gauche è gauche e basta, in Germania è linke, in Spagna izquierda, ecc. Dire “la sinistra radicale di Tsipras”, a noi italiani inquinati da vent’anni in cui la parola comunismo era ed è ancora vista come qualcosa di losco, la causa di tutti i mali, “sinistra radicale” vuole dirci che si tratta di qualcosa da evitare. È uno stratagemma mediatico per tenere la sinistra vera fuori dalle alternative possibili. Finalmente, nel numero de L’internazionale attualmente in edicola, il direttore Giovanni De Mauro,non poteva spiegarla meglio, questa cosa.
Sembra un dettaglio ma forse non lo è. Giornalisti e commentatori hanno spesso la tendenza ad aggiungere “radicale” dopo la parola “sinistra” ogni volta che si parla di Alexis Tsipras o Pablo Iglesias, e oggi di Jeremy Corbyn. In realtà non bisognerebbe aggiungere nulla, e smettere invece di definire di sinistra tutti quei partiti europei che pur provenendo da un percorso comune hanno finito per allontanarsene così tanto, per passaggi e strappi successivi, da aver perso ogni traccia della loro storia. Da molti punti di vista una persona come Matteo Renzi è più vicina a Sergio Marchionne – perfino nel linguaggio del corpo – che agli operai che lavorano negli stabilimenti della Fiat.
È anche e forse soprattutto per questo che chi si riconosce ancora nei valori della sinistra dovrebbe correre a firmare gli otto referendum proposto dal movimento Possibile. Perché il coraggio che ha avuto Pippo Civati (la sventatezza, dicono gli scettici, la sciocchezza, dicono i detrattori) di lanciare otto referendum in piena estate, è una delle poche cose davvero di sinistra viste da tempo in Italia. Perché – e dirlo da Venezia, oggi, credetemi, con il sindaco che ci ritroviamo e un’opposizione Pd inesistente, vale doppio o triplo – c’è un bisogno atroce, in Italia, di sinistra. Una sinistra senza appendici di alcun tipo. Né radicale, né moderata, né riformista, né – soprattutto – centro sinistra. C’è necessità di sinistra e basta, quella che oggi rappresentano Corbyn, Tsipras, Iglesias. Quella che ha un’altra idea di Europa ma che in Europa vuole restare. L’Europa possibile. Il Possibile che in Italia ora c’è e che per crescere ha bisogno di otto firme da parte di tutti quelli che da queste parti credono che non solo ci sia spazio per la sinistra, ma vorrebbero vederla presto protagonista, come altrove. Quindi, forza, tutti a firmare!io l’ho fatto.
Per informazioni: http://referendum.possibile.com