Perle fucsia (5). Il sindaco che sa solo censurare.
Ecco le osservazioni che il sindaco di Venezia – sì, di Venezia, non di Sucate – mi ha dedicato sabato e domenica 2 agosto 2015. Le pubblico oggi perché sabato scorso il democraticissimo e del tutto inadeguato sindaco di Venezia, dopo una mia replica al suo solito “buttarla in vacca”, mi ha bloccato su twitter. Del resto, lui censura, vieta, esclude, non essendo in grado – per pochezza e arroganza – di poter reggere un confronto serio e argomentato. A voi il giudizio. Qualcuno, per cortesia, gli dica, se ne ha voglia e se può, che non riuscirà a farmi stare zitto. Potrà anche bloccarmi su twitter, ma non potrà mai bloccare le mie parole, le mie idee, quel che penso di lui. Perché, a differenza sua, io sono libero.
Quel giorno, ha incominciato con i tweet qua sotto. Avevo scritto un commento per il Corriere del Veneto riguardo una sua arrogante battuta fatta il giorno prima a un giornalista del Tgr Veneto. Le sue “osservazioni” sono sempre chiosate da luoghi comuni in dialetto. Il classico modo, come ripeto, di “buttarla in vacca”, e cancellare in questo modo ogni possibilità di dialogo e di confronto. “N’altro giornalista”, sarei io.
Il giorno dopo, pubblico il mio articolo sul mio sito, che viene rilanciato automaticamente sui social. Il sindaco mi “onora” di un suo tweet, dove mi dà del tu, mi dà del venduto, e mi minaccia velatamente, perché il suo “non mi fai paura”, sottintende che, al contrario, dovrei averne io. Di solito non replico mai, ma al sindaco della mia città, inadeguato e arrogante, replico eccome, prendendo le giuste distanze fra cittadino e sindaco.
A questo punto capisce e mi dà del lei, ironizzando però maldestramente con quella L maiuscola. Mi dà del superficiale, come se fosse un mio affezionato lettore, uno che conosce tutto quel che ho scritto dagli anni ottanta a oggi.
Tento di chiudere, ma lui non ce la fa. E continua, sostenendo che nessuno ha più voglia di leggere i miei editoriali. Arrogante e censorio, come al solito. Ma riesco a farlo smettere.
Qui sotto, e chiedo scusa del vezzo, pubblico le statistiche del mio sito di quel giorno, tanto per confermare al sindaco che in effetti nessuno legge ciò che scrivo, e che l’articolo di quel giorno, a lui dedicato, oltre alle migliaia di lettori del Corriere del Veneto, il giorno prima, è stato letto qui da 2039 persone. Nessuno, come sostiene il sindaco. Appunto.
E infine, questa qua sotto è la mia replica di sabato al suo solito “buttarla in vacca”: a un’affermazione di Massimo Cacciari (“Dov’era Brugnaro, quando il comune contestava la scelta del Mose”), lui risponde col suo solito stile. “Ero ancora a scuola” seguita dalle solite faccette adolescenziali, e io, lo ammetto, non ho resistito. Me ne scuso, ma davvero era irresistibile. Risultato: lui può dirti tutto quel che crede, ma se tu replichi come fa lui, col suo stesso stile, lui ti blocca. Ti cancella dal suo limitatissimo panorama. Cosa che può tranquillamente fare, è un suo diritto, ma che dimostra, forse, che il sindaco non si piace, non sopporta di vedersi allo specchio, e c’è da capirlo. Comunque, lo ringrazio: l’avermi bloccato su Twitter mi consente di liberarmi da quella sottile perversione che mi spingeva quotidianamente ad andare a leggere le sue affermazioni spesso imbarazzanti, a volte volgari, quasi sempre fuori luogo, sempre vanesie. E magari, alla fine, arriverà il giorno in cui bloccherà se stesso. Chissà.