Venezia si autodistrugge (tre)
Questo articolo è uscito il 9 dicembre 2014 sul Corriere del Veneto. Una riflessione inevitabile dopo la ridicola ipotesi di candidare a sindaco di Venezia la presentatrice televisiva Mara Venier. Che, fra l’altro, anziché replicare – con la dovuta e opportuna umiltà, con la giusta dose di buon senso che tutti dovremmo possedere – che si tratta di un ruolo a lei totalmente estraneo, ha invece dichiarato di volerci pensare.
Prima c’è stata la battuta sessista del candidato governatore del movimento che vuole cambiare l’Italia, battuta rivolta alla candidata del Pd, una di quelle battute che negli ultimi vent’anni hanno caratterizzato la vita politica italiana come nessun’altra al mondo. Poi, l’ipotetico lancio di una star della tv alla carica di sindaco di Venezia sotto la bandiera di Forza Italia. Motivo della scelta? Pare sia stata la più apprezzata in uno dei tanti sondaggi che da troppo tempo sono alla base del fare politica. Siamo ancora lì: il Paese crolla, la crisi è tragica, gli scandali si susseguono sempre più incredibili, sempre più indecenti e questi continuano a scandire le tappe della politica a colpi di battutine e di gossip. Come se vivessero in un altrove parallelo, fuori dallo spazio e dal tempo. Senza capire che la necessità vera, oggi, è di ritornare a fare politica sul serio. Perché di politici e di amministratori seri e onesti ce ne sono anche da noi, solo che non finiscono sui giornali di gossip, anzi, se poi ci finiscono, sui giornali – e in trafiletti, non certo in copertina – è perché vengono minacciati dalla mafia omologa a quella della capitale, intimiditi proprio perché “colpevoli” di doti che in Italia sembrano essere diventate delle anomalie: serietà, onestà, competenza e, addirittura, umiltà e discrezione. Amministratori e politici pieni di passione per il proprio mestiere (quando ce lo ficcheremo bene in testa che amministrare una città, che fare politica, sono dei mestieri?), amministratori e politici che rifuggono la corruzione e – spesso – la denunciano, subendone poi le conseguenze magari già dentro ai propri partiti.
È di loro che abbiamo bisogno. Non di star – pur brave – della tv, o di giovani capaci solo a farci rimpiangere i vecchi. Soprattutto a Venezia, vera vittima dello scandalo Mose. Altrimenti, se proprio vogliamo stare a questo uso smodato e ridicolo dei sondaggi (chi è il veneziano più popolare da candidare sindaco della città?) viene da chiedersi se nella lista non ci fosse anche il nostro amato mago Silvan. Perché se tanto mi dà tanto, se la sfiducia nella politica è davvero totale (cosa a cui mi ostino a non credere) allora, così, a occhio, avrebbe avuto una plebiscito. Perché se così fosse (e, spero non sia), allora ci sarebbe più bisogno di un mago che di altri improbabili nomi piovuti da chissà dove. Invece no. Invece vorremmo un Paese dove la politica la fa chi ne ha le capacità e le competenze e una provata onestà. Gente magari scelta sempre attarverso le primarie, dove si va a votare mettendoci faccia e documentò d’identità, e non candidati scelti in base a un sondaggio telefonico o a qualche clic su un blog. Perché abbiamo urgente bisogno di politica. Vera, seria, capace.