Il giorno dopo

Questo mio articolo è uscito oggi sul Corriere del Veneto.



Vengo spesso qui, a leggere, a scrivere. Soprattutto d’estate, e in particolare in giornate torride come queste, un refolo d’aria c’è sempre. Il passaggio delle grandi navi, davanti al bar Melograno, da anni e anni, fa ormai parte del paesaggio. Non ci si fa nemmeno più caso. Sono corollario dello sguardo. Fanno parte dell’arredamento, direbbe qualcuno. E stonano, va aggiunto, lo condizionano, quell’arredamento. Accostamento inquietante. Romanzesco, al punto che le ho raccontate, quelle navi, in un romanzo. Alcune costruite a Saint-Nazaire, dove sono stato ospite di una fondazione letteraria, e ho imparato ad amarle quanto le amano loro, quelle grandi navi, i “paquebot”, come li chiamano loro. Che poi da lì salpano verso l’oceano. Loro luogo naturale. Non verso la laguna.

Per questo, qui a Venezia, se sei abituato al via vai mastodontico delle grandi navi, una piccola variante di quella che comunque resta un’anomalia, salta agli occhi. E ieri mattina, quella nave, la Carnival Sunshine, così a ridosso della riva, non poteva non farti sobbalzare. Qualche secondo di sorpresa e, subito, uno di quei nuovi gesti diventati abituali, lo smartphone, foto e video. Che testimoniano una specie di scodata, ad assecondare un passaggio – forse – troppo sotto costa e riprendere la rotta per imboccare il Canale della Giudecca. Per carità, io faccio lo scrittore e di rotte e di manovre marine non ne so nulla. Lo sottolineo. E magari quella è una manovra normale, come ha sottolineato puntuale la Capitaneria di Porto. Che ne so. Resta l’impatto visivo, impressionante, l’inerzia della scodata, con la nave inclinata verso la riva. Sarà normale, a qualche decina di metri? Forse, chissà. 

Poi sono arrivate le dichiarazioni delle parti in causa.


La nota della Capitaneria di Porto di Venezia: «Non c’è stato nessun problema di sicurezza della navigazione dovuto al passaggio ravvicinato al molo di San Marco della “Carnival Sunshine”, una nave da crociera. La nave è entrata alle 10.36 dalle bocche del Lido, diretta alla stazione marittima e durante la navigazione dalla bocca di Lido alla banchina effettuata come previsto dalle vigenti disposizioni con due piloti a bordo e due rimorchiatori d’ausilio, non si sono verificati problemi di alcun genere per quanto riguarda la sicurezza della navigazione». 

Infatti nessuno ha detto che si siano verificati dei problemi. E per fortuna. Si è solo segnalato un passaggio un po’ così, che se poi fosse normale (e così, a occhio, pare proprio non esserlo) sarebbe preoccupante, viste le foto e il video.



In serata la replica della Carnival. «La notizia è completamente falsa – sostiene la compagnia in una nota – la nave è passata a 72 metri dalla riva seguendo l’itinerario previsto e ben entro i limiti consentiti». Carnival precisa poi che «in quel momento la nave era sotto il comando del pilota del porto e la distanza dalla riva è stata verificata sia da Carnival sia dalla Guardia Costiera sulla base dei dati del VDR (voyage data recorder) della nave stessa». 

Ah, perché se invece fossero davvero 72 i metri (e sembrano proprio non essere, in particolare a poppa), se fosse passato addirittura a ben 72 metri dalla riva, quel colosso di 102 mila tonnellate, e 272 metri, sarebbe una cosetta normale? Ordinaria amministrazione? A detta loro sì. E quindi, se lo dicono loro…