Ministri e bocciofile
Questo mio articolo è uscito il 3 marzo 2010 su il Venezia Epolis.
Una delle tante, troppe caratteristiche che questo nostro paese ha smarrito, gettato al vento in questi ultimi decenni in nome del profitto e di una sedicente e ineffabile modernità, è il gioco delle bocce. Chi è abbondantemente sopra i quaranta sa di cosa parlo. Era pieno di bar e osterie con accanto o sul retro i campi per le bocce. Spesso si giocava anche nei cortili e in alcune piazze, laddove magari l’asfalto non era ancora arrivato. Il gioco delle bocce, che era capace di mettere insieme generazioni diverse, e di far uscire di casa il pensionato anche più pigro, è scomparso dalla nostra società. Sradicato dalla nostra cultura. Sostituito dal passatempo per eccellenza, la televisione. Le bocciofile, sparite, e quelle che rimangono, resistono a fatica. Ignorate e, spesso, derise. In Francia, invece, la pétanque (o jeu de boules) è un gioco ancora praticato ovunque, incentivato dalle istituzioni come prezioso mezzo di aggregazione. Ogni città, ogni paese ha le sue bocciofile e i suoi tornei dove partecipano migliaia di persone di tutte le età. È cultura, non soltanto pratica sportiva o passatempo. E lo era pure da noi, fin quando non è iniziato lo smantellamento. Meglio tenere gli anziani a casa, davanti a una tv fatta apposta per loro, ché, si sa, l’aria aperta, la condivisione, il discutere insieme, potrebbe dare troppo ossigeno ai cervelli. Per questo, il comune di Venezia, in questi anni di tagli e difficoltà imposte dall’alto, ha dato compito a delle cooperative di assistere, fra le altre cose, gli anziani costretti sempre di più in casa. Fuori, ci sono sempre meno spazi per loro. Per questo, dire che nella prossima amministrazione – dovesse mai cambiare colore – gli anziani verranno accuditi con una telefonata, suona come una presa in giro. Non solo, dire anche che certe cooperative verranno trattate come le bocciofile, è un’offesa da una parte alla professionalità di tanti operatori che da anni si rimboccano le mani per strada, dall’altra, ed è una presa in giro alle preziose bocciofile, che continuano a tentare di andare a punto nonostante l’epoca metta fuori gioco chi non ha la forza o le capacità di misurarsi col mercato. Sono anni in cui imperversa solo la demagogia. Incominceremo finalmente a starne alla larga?