Venezia e i 40x (Venezia)
Questo mio articolo è uscito su il Venezia Epolis il 10 marzo 2010.
A proposito delle elezioni comunali di Venezia, c’è chi sostiene si tratti di un trionfo dei social network. In effetti, la rete, se utilizzata in certi modi, può diventare una vetrina formidabile. Prendete per esempio il gruppo 40xVenezia. Sono nati come luogo di discussione sui problemi della città visti da chi fa parte della generazione degli esclusi. E quando sei escluso, e stai ai margini, le cose le vedi meglio, le analizzi con maggiore lucidità, e se sei gruppo, meglio restare gruppo di pressione, piuttosto che trasformarti in fretta e furia, in gruppo di potere. Capita sempre, in questo paese. Chi sta ai margini, chi sta fuori, non pratica la nobile arte della discussione, della provocazione, della pressione nei confronti di chi sta in alto affinché ti ascolti e cambi rotta. Qui, chi sta ai margini, non vede l’ora di fiondarsi dentro la stanza dei bottoni. È quel che è successo a numerosi componenti dei 40xVenezia. Non a tutti. C’è chi ha deciso, e sono la maggior parte, di continuare a privilegiare il margine come luogo ideale di una battaglia etica. Altri, invece, hanno usato la rete come vetrina per catapultarsi dentro al carretto del miglior offerente. E in questa tornata elettorale (anzi, in questa tornata epocale, visto che la storia va avanti dal 1994) si è capito piuttosto bene chi sia il miglior offerente. C’è quindi chi è andato ad arricchire col proprio sapere, la propria esperienza, movimenti che guardano al margine come fonte di idee e di energia, e ci sono quelli che invece quel sapere e quell’esperienza li hanno messi in offerta, svilendoli al soldo del potere imperante. Poco importa quel che sta succedendo a questo paese proprio in questi giorni. La giustificazione è “noi siamo per il nuovo”, e infatti è sotto gli occhi di tutti dove questo “nuovo” ci stia portando. Del resto, cosa volete mai aspettarvi in un paese che ha come punto di riferimento “culturale e sociale” il Grande Fratello? Gli scandali di queste ultime settimane, anziché allontanare la gente da certi ambienti, sembra invece risucchiarla, come se niente fosse. Per assuefazione, mi auguro, per malata fascinazione del potere, spero, e non per altro. Alla fine sembrano tutti impegnati a rivendicare la propria fetta. Poco importa come sia stata cotta.