Venezia 65, un film obbligatorio
Questo articolo è uscito sabato su Il Venezia Epolis.
È incominciata la Mostra del Cinema, posa di prime pietre (fuori zona e del tutto simboliche, per ora), glamour più o meno esasperato e film. Uno in particolare, in questi primi giorni ha lasciato il segno. Un film ambientato a Bucarest, che si intitola Parada, diretto da Marco Pontecorvo. Lo vedi, esci dalla sala, e ti viene voglia di chiamare tutta la gente che conosci per dirgli di correre a vederlo. Non solo. È un film che tutti dovrebbero vedere. Dovrebbe essere programmato in tv, a reti unificate, in modo che tutti possano – debbano – vederlo. E poi mostrarlo nelle scuole. Perché è un film che ti apre gli occhi, oltre che il cuore. Vedi un film così, che racconta dei ragazzini di Bucarest, che vivono nelle fogne e sniffano vernice per stordirsi e riuscire così a sopravvivere allo schifo della loro esistenza, lo vedi e il linguaggio demagogico a cui ci siamo ormai abituati forse potrebbe crollare del tutto. Forse, guarderemmo i rumeni in modo diverso. Forse non sarebbero più un’entità astratta e, al contempo, colpevole di tutti i crimini. Forse, tornerebbero, finalmente, a essere persone in carne e ossa dalle esistenze terribili, in cerca solo di qualcosa di meglio. Poi però, se dalle fogne di Bucarest, gli si concede nulla più che le discariche di Roma, allora poi la disperazione diventa sì invincibile. Definitiva. Un film che racconta la vicenda vera di un gruppo di assistenti sociali (italiani, rumeni, francesi) che cercano in tutti i modi di tirar fuori da là sotto quei bambini. E alla fine ci riescono, mettendo insieme una compagnia circense che ancora oggi gira il mondo. Un’associazione che ha fatto venir fuori da là sotto più di un migliaio di bambini. Un film che mostra nel modo più commovente e lacerante possibile il ruolo che hanno educatori e assistenti, veri e propri angeli che lavorano nell’ombra, funzionari che, oggi, sono sviliti nel loro ruolo dalle dichiarazioni, di nuovo demagogiche, di un ministro – veneziano – che ha deciso che nel pubblico impiego sta gran parte del marcio di questo paese. Un film bellissimo, educativo, commovente, capace di riscattare un popolo, un ruolo sociale e dei valori irrinunciabili ma che abbiamo smarrito. Capace di toccare le corde più profonde di un’epoca e di questo nostro sgangherato paese.