Semplificazione
Meglio parlar d’altro. Ché in un paese dove una soubrette, una di quelle da calendario viene chiamata (per quali capacità? Quali competenze? Quali attitudini?) a ricoprire una delle più alte cariche istituzionali, c’è qualcosa che non va. Parlar d’altro, perché in un paese in cui la terza carica dello Stato afferma che bruciare una bandiera è molto peggio che massacrare di botte e uccidere un giovane che non ti ha offerto una sigaretta, è un paese che sta precipitando nel nero più profondo. Parlar d’altro dunque. Di parole. Dell’importanza delle parole in un paese in cui, da quindici anni, lo svilimento della lingua (che marcia di pari passo con quello dei valori) è un’operazione sistematica, quotidiana. Il ruolo della parola è quello di connotare, di raccontare, di spiegare, di fare luce. Compito di chi la usa è – dovrebbe essere – quello di usarla per mettere in luce i significati. Dovere di chi la pronuncia è – dovrebbe essere – di usarla per dire la verità. Questo è il senso profondo, puro, della parola. Per questo esistono i dizionari, per questo ci hanno insegnato a usarli. Da tempo provo una forte attrazione e un profondo interesse per la parola “semplicità”. Da quando, in particolare, la lessi attraversare tutte le cinque lezioni americane di Italo Calvino (Lezioni americane, Mondadori) dedicata a essa. Italo Calvino, oggi, non diventerebbe mai ministro. Né lui, né Pasolini, né Sciascia, né Moravia, né nessun altro scrittore. Del resto nemmeno lo abbiamo, noi, un ministero della o per la cultura, bensì quello dei beni culturali, perché nel nostro paese cultura è ciò che resta del passato. Interessano gli esiti della creazione e non il suo percorso. L’esito è monetizzabile, il percorso no. Semplicità di un percorso, semplificazione del suo risultato. Siamo il paese che ha sostituito la nobiltà del termine semplicità con la grossolanità della parola semplificazione. Guai, attraverso la semplicità, informare la gente della complessità di quest’epoca. Raggirarla, piuttosto, attraverso una bonaria e fuorviante, spesso mistificatoria, semplificazione. Per questo soltanto in Italia poteva nascere il ministero della semplificazione, affidato, va da sé, al più semplificato fra i parlamentari. No, proprio non ce la facevo, oggi, a parlar d’altro.
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