Venezia, albergo globale e le briciole
Questo articolo esce oggi su il Venezia Epolis.
Un vigile che invece di occuparsi di ciò che di sacrosanto dovrebbe occuparsi, strappa uno striscione di mano a un gruppo di bambini. Un assessore che a due passi da lì, si occupa del vero grande problema veneziano: i panini mangiati in Piazza San Marco. Complimenti alle istituzioni veneziane, capaci – grazie a quel vigile – di dare una bella immagine di sé a chi, in età evolutiva, saprà da oggi in poi che delle istituzioni, forse, è meglio a volte diffidare. Complimenti anche – ma sul serio, stavolta – ai 40xVenezia, che con il Frozen (il video) di sabato scorso e la civilissima contestazione “Venezia non è un albergo”, hanno messo il dito in una piaga profonda. Già, perché fra l’indifferenza solita, tipica dei veneziani, la Regione Veneto – intesa come istituzione – sta varando qualcosa che trasformerà definitivamente Venezia nella Disneyland tanto agognata da molti. Venezia in un albergo globale, unico, definitivo. Ed è sconcertante in questo notare la totale assenza, l’assoluto silenzio della giunta veneziana, sindaco in testa. Ancor più sconcertante è che il più grande, immenso, inimitabile amante di questa città, il suo assessore al turismo, sabato, a due passi da lì, invece di aderire e contrastare per primo una proposta scellerata, dato appunto il suo sperticato amore per la città, fosse invece impegnato ancora una volta in inutili e demagogici interventi da paesello di provincia. Mentre su Venezia sta per scattare la ghigliottina alberghiera, lui sta ancora lì, a preoccuparsi dei panini smangiucchiati all’ombra del Campanile. Dopo l’insopportabile tiritera, inutile, irritante e sciocca che ci tocca ascoltare a ripetizione sulla Linea 1 (“È un dovere di tutti…”), ecco che si torna alle regolette da maestra d’asilo. Intanto, sotto gli occhi del mondo, Venezia sprofonda nei veri, enormi problemi dovuti a una incapacità manifesta di gestione dei flussi turistici. Ma si sa, in salotto non si deve sporcare e allora delle briciole di quei panini si occuperanno degli angioletti volontari, che invece di guardare al vero grande gioco – sporco? – in atto sulla loro città, andranno a insegnare una nuova educazione al turista sbocconcellante il sandwich. Questa è la nostra deprimente Venezia di oggi, cari veneziani, specchio, peraltro, del degrado politico-istituzionale di questo paese.