Mose e elezioni
Questo mio articolo esce oggi su il Venezia epolis.
Università di Nantes, corso di lingua italiana. A parlare di letteratura, ma poi, inevitabilmente, si cade sulla città da cui provengo, Venezia. La prima domanda, ripetuta qualche giorno dopo anche all’Università di Saint-Nazaire, ormai scontata: ma come fate con l’enorme problema dell’acqua alta? Sempre, inevitabilmente, anche quando vado in giro per l’Italia. La solita domanda da parte di gente che, ingenuamente, è convinta che quando alla tv dicono “oggi a Venezia fenomeno dell’acqua alta”, i veneziani siano costretti a nuotare per raggiungere casa o il posto di lavoro. Non è colpa loro. Ma è anche a causa di una informazione data in maniera superficiale, un’informazione che noi veneziani non siamo mai stati capaci di invertire, di contraddire. Così il mondo – e gran parte del resto d’Italia – è convinto che il Mose (sì, lo conoscono pure qui, sull’estuario della Loira, alle sponde dell’Atlantico), “quella cosa mostruosa”, aggiungono, sia l’unica possibilità di salvezza per la nostra città. Mica facile dirgli che non è vero, spiegargli che è roba dannosa e obsoleta. Ci provi e alla fine quel che ne viene fuori, ahimè, è che si tratta di quella classica grande opera costosissima che conviene fare perché in questo modo ci “mangiano” in tanti. “Ah, la mafià”. Ecco, no. Non è proprio così, ho semplificato troppo, gli dici. Che fatica raccontare l’Italia all’estero. Come spiegargli che il Mose, quando ancora non c’erano tutte le autorizzazioni necessarie, lo hanno voluto in fretta e furia Berlusconi e il suo ministro Lunardi (a proposito, che fine ha fatto?) che era molto, molto interessato alla faccenda? No, interrompo subito, non c’entra la mafia, anche se il ministro Lunardi resterà alla storia per aver detto che con la mafia bisogna convivere. Ma non glielo spiego agli studenti, troppo complicato. Solo che poi ti chiedono ma com’è allora che sui giornali si dice che Berlusconi vincerà di nuovo, dopo quindici anni. Com’è che voi italiani ritornerete a votarlo? Che gli rispondo adesso. Come glielo spiego che andava fatta una legge sul conflitto d’interessi che il centro-sinistra non ha mai voluto fare? “Comunque l’acqua alta, quella vera, sono almeno due anni che non viene”, dico loro, tornando al punto di partenza. E poi, penso, non ero qui per parlare di letteratura?